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Racconta il tempo

Versi

Da "La verità in rime armoniche" di Giuseppe Nocita vol.II - 1962 
Canonico della Cattedrale di Santa Severina (CZ); egli "…piaceva per la sua spontaneità fra letteraria e popolaresca, e, a dire giusto, diretta a fermare, senza pretese letterarie, il ricordo di cosa accaduta, in forma rimata, che ravviva anche i modesti fatti del vivere ordinario" (dalla prefazione di V.G. Galati) - 1962.


PIOVE

L'attesa pioggia,finalmente cade,
Dopo sei mesi di ostinata arsura.
Beve l'arida terra forte e dura;
E si smorza la polvere delle strade.

Un senso di allegrezza il petto invade
Del contadino che dei campi ha cura.
Vedendo l'acqua non ha più paura,
Che inaridisca il seme delle biade.

Passa la gente in fretta con l'ombrello
Per la via divenuta già fangosa,
E in qualche punto fatta già ruscello.

Una donna si affaccia sulla soglia
Con un poppante al seno,e premurosa
Chiama i figliuol che di bagnarsi han voglia.


APRILE

E' già passata l'invernal tristezza,
Ammantata di pioggia,vento e gelo.
Rifulge il sole in un sereno cielo,
E la terra rallegra ed accarezza.

Pompa festosa e morbida vaghezza
Dà alla campagna un denso e verde velo.
Sorride ogni corolla sullo stelo,
Ornando i prati con la sua bellezza.

Per l'aere quieto,pieno di tepore,
S'inseguono gli uccelli cinguettando,
La natura ridestasi all'amore.

E torna a noi la festa della vita,
Speranze e dolci illusion recando,
Col ritornar della stagion fiorita.


MATTIN DI MAGGIO

Guizzan le rondinelle per il cielo,
Le valli e il piano empiendo di armonia;
Di tenue nebbia il sole è dietro un velo
E sonnacchioso l'universo spia.

In una Chiesa canta di Maria,
Uno sciame di femmine con zelo.
Un gruppo di bambin,con petto anelo,
Si diverte alla palla sulla via.

E intreccia le sue voci con gli augelli,
Voci argentine,voci d'innocenti,
Che passan della vita i dì più bella.

Il contadin si reca alla campagna
Adorna dei colori più ridenti.
L'asino con la capra l'accompagna.


GIUGNO

Biondeggiano le messi immezzo ai campi,
Gravi, e ricche di spighe già mature.
Sono pronte le falci e mandan lampi,
Dei mietitori nelle mani dure.

Il petto dei coloni par che avvampi
Per l'ansia viva di fatiche e cure;
e prega il Ciel che il grano ancora scampi
Da nubi dense,turbinose e oscure.

Sotto i baci del sole,il contadino,
Sparso nei campi,guarda il suo tesoro,
E pensa che il raccolto è ormai vicino.

Di riempirsi il granaio ogni anno sogna,
E di godersi il frutto del lavoro;
Ma spesso non ottiene ciò che agogna.


SERA DI LUGLIO IN CAMPAGNA

Brucia la terra ancor dal solleone
Che fuoco saettò durante il giorno.
Delle cicale s'ode ancora intorno
La stridula e monotona canzone.

Ogni albero di foglie ricco e adorno,
Non si agita per vento o si scompone.
Dall'aia sui somari le persone,
sudate e stanche a casa fan ritorno.

Le strade son bianche e polverose,
Solcate di automobili fuggenti,
che fumano acre odore di benzina.

Immezzo al moto d'uomini e di cose
Squillano nell'aere i rintocchi lenti
D'una campana piccola e vicina.


NOTTE D'ESTATE

In alto un cielo azzurro scintillante
Di gemme varie e polvere d'argento.
L'aere è quieto,non murmure di vento;
Nemmeno il più legger fruscio di piante.

E' sepolto nel sonno ogni abitante
Che è stato all'opra giornaliero intento,
La brevità delle ore annunzia lento,
Il comune orologio sovrastante.

Un suono di grammofono giocondo
L'ore notturne di dolcezza invade,
E i cuori melanconici diletta.

Di tanto in tanto qualche vagabondo
Passa cantando per le oscure strade,
Ma nessuno,nessuno gli dà retta.


POLVERE ESTIVA

Le piante son di polvere coperte,
Ed i piedi s'imbiancan sulle strade
Arroventate,soffici e deserte,
Su cui una stilla d'acqua più non cade.

Passano in fretta,chiuse oppure aperte,
Spandendo un acre odor,macchine rare
Che l'età del progresso ci ha scoperte.
Una nube di polve tutto invade.

Se qualche volta tira forte il vento,
A garentir la bocca e le pupille,
Ognun che passa deve stare attento.

La polvere s'infiltra dapertutto,
Trasportando microbi a mille a mille,
In questo tempo sì arido ed asciutto.


TRANSIT AESTAS

E' già trascorsa la stagione estiva,
E gl'ignei dardi il sol più non saetta.
Le campagne alberate non ravviva
Più la cicala,diventata inetta.

Comincia la natura a restar priva
Di quella sua gaiezza che diletta
Lo spirito uman. Si svolge,meno viva,
La fatica dei campi,benedetta.

La terra c'era ricca d'ogni messe
Abbruciacchiata e oscura è divenuta
Dalle greggi calpesta e dai giumenti.

Ora comincia l'infuriar dei venti,
Perché la pioggia ancor non è caduta;
Le vie come nel Luglio sono le stesse.

 

 

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